Di Antonio Floriani *

Occorre distinguere il disturbo di personalitàdipendente, la dipendenza affettiva e la codipendenza.

Una persona è codipendente quando si fa condizionare in modo eccessivo dal comportamento di un altro (partner, genitore, amico, figlio…) ed allo stesso tempo cerca di controllarlo in modo altrettanto esagerato. La differenza tra dipendenza affettiva e codipendenza è che nella prima si può scegliere un compagno che non ha particolari problemi, nella seconda, l’oggetto della dipendenza è una persona che sicuramente ha a sua volta una dipendenza patologica.

I codipendenti scelgono altri soggetti a loro volta dipendenti, perché sono convinti che questi ultimi abbiano bisogno di qualcuno che “li salvi”. A volte, se riescono nel loro ruolo di salvatori, la relazione finisce, e cercano subito un altro da salvare perché non riescono a tenere relazioni con persone che non hanno bisogno di aiuto.

Ci sono molti punti in comune tra codipendenti e dipendenti affettivi; entrambi:

  1. incentrano la loro vita sugli altri;
  2. tendono ad investire continuamente le proprie energie nel controllo di sé e degli altri, benché vengano sperimentate conseguenze negative;
  3. si assumono responsabilità altrui o di situazioni incontrollabili, pur di soddisfare i bisogni del partner, fino a negare i propri;
  4. non percepiscono i confini tra sé e l’altro;
  5. sono convinti di trovare la felicità fuori da sé;
  6. attribuiscono a cause esterne la propria infelicità e la mancanza di volontà per cambiare la loro situazione;
  7. ambiscono alla stima e all’amore altrui;
  8. non riescono ad amarsi e hanno bisogno di qualcuno che li “convinca” di poter essere amati;
  9. sono attratti dalle persone in difficoltà e si sentono annoiate da quelle che stanno bene;
  10. sopportano sempre più comportamenti altrui che non avrebbero tollerato in precedenza;
  11. si sentono in colpa per i comportamenti sbagliati dell’altro;
  12. instaurano un rapporto di simbiosi con l’altro e se uno dei due decide di “guarire” o “cambiare” per stare meglio, l’altro si sente tradito perché viene a mancare la relazione che lo faceva sentire al sicuro;
  13. sanno sempre come prendersi cura dell’altro perché lo hanno sempre fatto e sono abituati sin dalla giovane età;
  14. sviluppano sintomi d’ansia e depressione;
  15. hanno una paura ossessiva di perdere l’altro e fanno di tutto perché questo non accada.

Per superare situazioni di codipendenza bisogna innanzitutto prendere consapevolezza della dinamica, riconoscere l’esistenza dei propri bisogni e cambiare il comportamento e la modalità di relazione con gli altri. È necessario inoltre, all’interno di un percorso terapeutico, lavorare anche al fine di consolidare l’autostima, spesso carente in questi soggetti.

Una volta presa consapevolezza del meccanismo e compresa la responsabilità che si ha nel determinare e perpetrare la dinamica alla base della codipendenza, le reazioni del soggetto possono essere:

  1. rabbia, con frequenti pensieri persecutori (rivolti verso se stessi o verso gli altri);
  2. attivazione delle risorse con convogliamento delle energie per affrontare la situazione e riprendere in mano la propria vita.

Chi decide di non voler affrontare il cambiamento e quindi la rottura della relazione, oppone resistenza a qualsiasi percorso terapeutico, preferendo rimandare piuttosto che sperare che la situazione cambi spontaneamente.

Chi invece decide per un percorso realmente terapeutico, attua il cambiamento, decide di interrompere il meccanismo della dipendenza e affrontandone le conseguenze sul piano emotivo. Inizialmente, la sensazione di sofferenza e di vuoto dovuta alla mancata abitudine di prendersi cura dell’altro metterà a dura prova il soggetto che, se si riuscirà a controllare la tentazione di “tornare indietro” progredirà verso la presa di consapevolezza.


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* Antonio Floriani è medico psicoterapeuta, criminologo, Direttore del Centro LiberaMente di Genova. Esperto in dipendenze e comportamenti d’abuso, lavora da molti anni, a diversi livelli, nel settore. Per informazioni o per fissare un appuntamento, contattate il Centro LiberaMente ai recapiti che trovate cliccando qui o scrivete all’indirizzo antonio.floriani@centroliberamente.it