Psicoterapia a orientamento sistemico-relazionale (terapia familiare)

La psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale considera la persona portatrice del sintomo “paziente designato”. Tale termine sta ad indicare che il paziente è il membro del sistema famiglia (per famiglia si intendono sia la propria che almeno le due generazioni che l’hanno preceduta) che esprime o segnala il funzionamento disfunzionale di uno o più dei sistemi di cui egli è uno dei vertici. Tale membro è designato dal sistema stesso, secondo una prospettiva bio-psico-sociale, in quanto portavoce esperto di una modalità disfunzionale di vivere, pensare, agire.

Talvolta, specialmente in casi che riguardano i bambini o gli adolescenti (ambito ove la terapia familiare risulta particolarmente un approccio valido), questo si manifesta sotto forma di blocco evolutivo, così che tutte le tensioni tendono a convergersi su di lui; in tal modo diviene il controllore di forze ed energie al prezzo di gravi sentimenti di sofferenza e vissuti di disgregazione.

In questa ottica, le tecniche che si utilizzano hanno per obiettivo la modificazione delle regole del sistema, ovvero la modificazione delle modalità di comunicazione e di interazione tra i membri. Gli psicoterapeuti che si rifanno a questo approccio nato da un vasto movimento di teorie e idee che si sono diffuse negli Stati Uniti durante gli anni ’60, conosciute come teorie della prima e seconda cibernetica, puntano ad ottenere la remissione dei sintomi e la promozione del benessere del paziente e della sua famiglia con tempi e modalità che fanno esplicito riferimento alle terapie brevi: numero di sedute ridotto e tempi rapidi.

La psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale si è molto diffusa in Italia e in Europa durante gli anni ’80, in modo particolare nei servizi di salute pubblica, nel campo della patologia psichiatrica adulti, nella neuro-psichiatria infantile, nel campo delle tossicodipendenze e negli ultimi anni anche nelle problematiche che riguardano la separazione-divorzi e nelle problematiche scolastiche; inoltre nell’ambito della psicologia del lavoro ha trovato importanti e significative applicazioni. In ambito clinico, proprio in Italia è nata e si è sviluppata una delle più importanti tradizioni di ricerca sistemica, di notorietà e diffusione internazionale: il cosiddetto “Modello della Scuola Milanese”, di Selvini-Palazzoli, Boscolo e Cecchin.