Nel Decreto Sanità presentato nell’estate 2012 dal Ministro della Salute Balduzzi c’è il riconoscimento di una nuova malattia: la ludopatia. La maggiore preoccupazione verte sui minori che andrebbero tutelati da tutte le forme del gioco d’azzardo ad iniziare dalle scommesse on line, ad oggi fortemente pubblicizzate. Il presidente Giorgio Napolitano ha firmato il testo del Decreto che contiene norme sui giochi. In particolare, l’atto normativo del Governo interviene con:
1 – inserimento della ludopatia nei LEA (livelli essenziali di assistenza sanitaria) 2 – limiti sulla pubblicità nel gioco 3 – piano di ricollocazione delle slot sul territorio 4 – incremento dei controlli sulla presenza di minori nelle slot rooms e agenzie
Inoltre il Decreto obbligherà allo stop degli spot televisivi e radiofonici durante le trasmissioni “rivolte principalmente ai giovani”, nonchè limiti per web e giornali; saranno vietati messaggi pubblicitari concernenti il gioco con vincite in denaro nel corso di trasmissioni televisive o radiofoniche e di rappresentazioni teatrali o cinematografiche rivolte prevalentemente ai giovani.
Tanto la Confcommercio, quanto la classe medica esperta del settore, pur cavalcando presupposti molto differenti, non sono convinte che le misure annunciate dal Governo funzionino. Da una parte, il timore del mondo del commercio che in questo momento di crisi sia rischioso adottare misure che penalizzerebbero un settore economico destinato a subire un’ulteriore contrazione dei consumi; dall’altra, l’idea che si debba affrontare il problema con interventi di diversa natura che coinvolgano più direttamente la comunità scientifica.
La storia
Per arrivare a un riconoscimento ufficiale di una patologia legata al gioco, bisogna attendere la fine del XX secolo. Anche se di gioco compulsivo si parla dai primi del ‘900, esso è stato riconosciuto ufficialmente come patologia nel 1980, con la III versione del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM), inserendolo nella categoria dei Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove, cioè non riconducibili al quadro clinico di altri disturbi.
Il disturbo
Per poter parlare di giocatore patologico si deve delineare una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che porta ad assorbire sempre più tempo nell’arco della giornata, determinando problemi gravi in vari ambiti della propria vita: familiare, sociale, lavorativo, della salute. Quando il gioco diventa una dipendenza si innescano comportamenti compulsivi: ogni momento della giornata è organizzato in modo da tentare la fortuna, spendendo grosse cifre di denaro, ricercando ossessivamente una vincita. Nel giocatore patologico si riscontrano sia sintomi di tolleranza, caratterizzati dal bisogno di aumentare la quantità di tempo da dedicare al gioco, sia sintomi di astinenza, caratterizzati da ansia e irritabilità se il gioco viene interrotto. La caratteristica fondamentale del disturbo del controllo degli impulsi è l’incapacità a resistere a un impulso o a un desiderio impellente: il soggetto prova una tensione o un eccitamento crescente prima di compiere l’azione e gratificazione o sollievo nel momento in cui la compie; in seguito possono essere presenti rimorsi e sensi di colpa. I criteri diagnostici che definiscono il gioco d’azzardo patologico nel DSM-IV-TR lo descrivono come un comportamento maladattativo, persistente e ricorrente, con ripercussioni sulla situazione economica e relazionale, e con alcune caratteristiche simili a quelle delle dipendenze da sostanze come l’eccessivo coinvolgimento nell’attività, la necessità di giocare quantità sempre maggiori di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata, l’insuccesso nei tentativi di interrompere il comportamento, l’irrequietezza e l’irritabilità provocate dal tentativo di spezzare l’abitudine e la compromissione di importanti attività sociali o lavorative. La Decima Revisione della Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10) descrive il gioco d’azzardo patologico nel capitolo dei Disturbi delle Abitudini e degli Impulsi, caratterizzati da atti ripetuti e in controllabili che non hanno chiara motivazione razionale e che generalmente mettono in pericolo gli interessi del paziente e delle altre persone. Attualmente si discute se classificare in un unico capitolo della prossima edizione del DSM i disturbi correlati a sostanze e le cosiddette dipendenze comportamentali tra cui il gioco d’azzardo patologico.