Le bevande alcoliche (tutte) sono cancerogene per l’uomo. Sono state inserite dalla Agenzia IARC (Lancet Oncology, Novembre 2009) nel Gruppo 1 (massima potenza cancerogena) esattemente come la nicotina.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che l’acetaldeide libera presente nelle bevande alcoliche è cancerogena per l’uomo e ha confermato nel Gruppo 1, dove sono presenti le sostanze certamente cancerogene per l’uomo, l’etanolo ed il consumo di bevande alcoliche.
È stata stabilita una correlazione causale fra alcol e l’insorgenza di cancro in alcuni siti dell’organismo umano: cavità orale, faringe, laringe, esofago, colon-retto, fegato e mammella. Ad oggi non è stato identificato un dosaggio sicuro. È stata dimostrata invece una correlazione dose-dipendente fra rischio di cancro e alcol sia nei maschi sia nelle femmine che consumano bevande alcoliche in modo regolare.
La sostanza responsabile dei maggiori danni alcol-correlati è l’etanolo. Una unità alcolica (UA) è rappresentata da 10-12 g di etanolo: è quella mediamente contenuta al 12% in un bicchiere di vino da 125 ml, in 330 ml di birra al 4,5%, in 80 ml di aperitivo o cocktail al 18%, o in 40 ml di distillato al 36%.
Alla luce delle recenti evidenze scientifiche sarebbebene non utilizzare più le parole “uso rischioso” ed “abuso”, bensì il termine “consumo”.
Si possono, così, distinguere le “patologie alcol-correlate” che configurano alcol-dipendenza (l’alcol come droga) dalle patologie da alcol come tossico, che possono coinvolgere non solo il soggetto alcoldipendente, ma anche il cosiddetto
“bevitore sociale” (moderato).