Il disturbo borderline di personalità è una delle più complesse e controverse entità diagnostiche. In alcuni contesti psichiatrici addirittura ancora non viene pienamente riconosciuto come un disturbo a se stante, specifico, tant’è che da più di mezzo secolo la diagnosi di “borderline” è considerata il “cestino dei rifiuti psichiatrico”.
Il problema principale è che, come ogni altro disturbo di personalità, anche il disturbo borderline è egosintonico, ovvero la persona non riconosce i sintomi come parte di un disturbo ma semplicemente come uno stato di esistenza, così, sovente, i pazienti si riferiscono a se stessi affermando “sono fatto così, non posso farci niente”.
Questa egosintonia non permette ai pazienti di chiedere aiuto, e, quando lo fanno, nella maggior parte dei casi, è per problematiche che non riconoscono quale parte integrante della propria condizione disfunzionale di personalità, mostrando spesso uno scarso livello di insight.
Mentre il trattamento psichiatrico non ha prodotto gli effetti sperati e la ricerca in campo psicofarmacologico è ben lontana da un intervento di tipo curativo, i trattamenti psicologico e psicoterapeutico hanno avuto maggiori risultati.
Il disturbo borderline, da un punto di vista eziologico, è stato spesso associato a eventi traumatici subiti nell’infanzia, come abusi sessuali e fisici, maltrattamenti, trascuratezza, e così via. Tra le maggiori cause spiccherebbe l’abuso sessuale. Ciò che ci interessa, tuttavia, non è soltanto lo spettro delle cause che porta allo sviluppo disfunzionale della personalità, ma ciò che continua a mantenere il quadro sintomatologico nel corso del tempo.
Il disturbo borderline, presenta sintomi potenzialmente dannosi per il soggetto tra cui spiccano le condotte multi-impulsive (abbuffate e condotte bulimiche, uso e abuso di sostanze, guida spericolata, sessualità promiscua, condotte antisociali, ecc.), tentativi di suicidio o ideazione suicidaria e condotte autolesive (tagli su braccia e gambe, ecc.), scoppi improvvisi di ira e rabbia intensi.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quarta edizione (APA, 1994) il disturbo borderline è caratterizzato da:
Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore ed una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
1) sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono.
2) un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
3) alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
4) impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto come ad esempio spendere eccessivamente, promiscuità sessuale, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate, ecc.
5) ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante.
6) instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
7) sentimenti cronici di vuoto.
8) rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
9) ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
Articolo estratto da IPSICO