Lo stalking, definito anche “sindrome del molestatore assillante”, consiste in un insieme di comportamenti anomali e fastidiosi verso una persona, costituiti o da comunicazioni intrusive (quali per esempio: telefonate e lettere anonime, sms ed e-mail, invio di fiori) oppure da comportamenti volti a controllare la propria vittima (per esempio: pedinamenti, appostamenti, sorveglianza sotto casa, violazione di domicilio, minacce di violenza, aggressioni, omicidio o tentato omicidio).

Il termine stalking deriva dall’inglese to stalk, termine tecnico utilizzato nella caccia, traducibile nell’italiano “fare la posta” e riconducibile a un insieme di comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza, controllo, ricerca di contatto e comunicazione nei confronti di una vittima, infastidita e/o preoccupata.

Lo stalking, che ha come vittime soprattutto le donne, è caratterizzato da “indesiderate comunicazioni che vengono inflitte da un individuo (stalker) a un altro e che producono paura”.
Il fenomeno può insorgere nell’ambito della normalità, ma spesso s’inserisce in una patologia psichiatrica.
Le conseguenze sulla vittima possono sfociare in un quadro psicopatologico (quale Disturbo Post-Traumatico da Stress, Disturbi d’Ansia, Disturbi dell’Umore) e arrivare a urgenze psichiatriche (suicidio o tentativo di suicidio).

La legge
Il secondo capo della legge n. 38/2009 (da art. 7 ad art. 12) riproduce i provvedimenti contenuti nel disegno di legge a firma dei Ministri per le Pari Opportunità Carfagna e della Giustizia Alfano. Con l’inserimento nel codice penale dell’art. 612-bis (dopo il 612 che definisce la minaccia) tra i delitti contro la libertà morale -, questo reato penale nuovo per il nostro sistema giuridico che all’estero invece trova già applicazione in diverse nazioni: Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e in Europa, Regno Unito, Germania, Austria, Belgio, Danimarca e Irlanda.
Una misura penale importante a tutela di tutte quelle persone, e le statitisctiche ci dicono che sono tante, che spesso si trovano a fare i conti con ossessive invadenze nella propria vita privata, casi che si trasformano spesso in veri e propri atti di violenza. Nei fatti è una misura atta a sanzionare il ripetersi di quel comportamento molesto, ossessivo, persecutorio, che si manifesta con telefonate a tutte le ore, attenzioni ripetute, appostamenti, regali non graditi, biglietti e sms. Una varietà di atti apparentemente innocui ma che spesso degenerano in minacce, pedinamenti, presenza inopportuna fuori dagli ambienti e dei locali frequentati dalla vittima, e che genera nella vittima uno stato di ansia, paura, timore per la propria incolumità e la costringe, soprattutto, ad alterare le proprie abitudini e scelte di vita.