Il trattamento dei disturbi della personalità richiede molto tempo. I tratti di personalità, i meccanismi di difesa, le convinzioni e gli schemi di comportamento abnormi che richiedono molti anni per instaurarsi, allo stesso modo si modificano molto lentamente. I cambiamenti si verificano secondo una sequenza prevedibile e per facilitarli sono necessarie diverse modalità di trattamento. La riduzione degli stress ambientali può eliminare rapidamente sintomi come l’ansia o la depressione. Comportamenti come l’imprudenza, l’isolamento sociale, la mancanza di assertività o gli accessi di collera (acting out) possono essere modificati nel corso di svariati mesi o anni.
Le psicoterapie (maggiormente quelle di tipo comportamentale -cognitivo comportamentale, dialittico comportamentale-), a volte nel contesto di un’assistenza diurna o di strutture residenziali apposite, unitamente alle terapie di gruppo e sulla famiglia, risultano essere efficaci. Anche interventi meno specifici e meno strutturati, la partecipazione a gruppi di auto-aiuto o la sola terapia familiare possono aiutare a cambiare i comportamenti socialmente indesiderabili, quanto meno in una fase iniziale del trattamento. La modificazione comportamentale è importante soprattutto per i pazienti con disturbo di personalità borderline, antisociale o di evitamento.
I problemi interpersonali come la dipendenza, la diffidenza, l’arroganza o la manipolatività, di solito necessitano di alcuni anni per cambiare. L’unico modo per ottenere dei cambiamenti nei rapporti interpersonali è una psicoterapia individuale che aiuti il paziente a comprendere le fonti dei suoi problemi interpersonali nel contesto di una profonda relazione terapeutica realmente collaborativa e non manipolativa, raramente rezabile all’inizio dei trattamenti. Il terapeuta deve puntualizzare ripetutamente le conseguenze sgradevoli degli schemi di pensiero e di comportamento del paziente, e è infatti spesso costratto a porre dei limiti al suo comportamento.
PRINCIPI GENERALI
 
Sebbene il trattamento sia variabile a seconda del tipo di disturbo di personalità, alcuni principi generali sono applicabili a tutti. I familiari ed il contesto in cui il soggetto vive sono fortemente influenzanti il trattamento del soggetto affetto dal disturbo. Essi, infatti, possono rinforzare o ridurre con il proprio agire,  comportamenti o pensieri problematici del paziente; per tale ragione, quando possibile, il loro coinvolgimento è utile e spesso fondamentale.
Non esistono farmaci per i disturbi di personalità in senso stretto, ma alcuni di essi possono essere utili al contenimento dei sintomi maggiormente disfunzionali (disturbi d’ansia e dell’umore quali depressione e maniacalità, impulsività, ecc.).
Poiché i disturbi di personalità sono particolarmente difficili da trattare, è importante che i terapeuti abbiano esperienza, entusiasmo e capacità di comprensione delle prevedibili aree di sensibilità emotiva del paziente e delle sue modalità abituali di comportamento e relazione con la realtà. La gentilezza e la direttività da sole non permettono la cura dei disturbi di personalità, così pure come gli atteggiamenti frequentemente assecondanti di famigliari e partner.