Nello stesso individuo possono convivere continue oscillazioni dell’umore che vanno dalla depressione all’euforia quasi sempre contenute nella loro espressività (temperamento) con rare fasi di normalità, fino all’eventuale comparsa di deflessione affettiva (depressione) e di esaltazione di maggiore gravità e durata (ipomaniacalità e maniacalità) che determinano specifiche patologie consistenti nei disturbi bipolari (tipo I, II e non altrimenti specificato) e nel disturbo ciclotimico.
I disturbi consistono nell’avvicendarsi di intraprendenza ed iperattività con apatia e perdita dell’iniziativa. Contestualmente si alternano in sintonia con lo stato affettivo, ridotta necessità di sonno con voglia di dormire a lungo, momenti di creatività fantastica e di istinto spiccato con aridità mentale e lentezza nella concentrazione. I cambiamenti di umore avvengono di solito repentinamente e senza una necessaria relazione con il vissuto personale o i rapporti sociali. Immancabilmente una sensibilità spiccata agli eventi esistenziali corredata di risposte emotive sproporzionate alle frustrazioni ricevute e accompagnate da una pressante necessità di approvazione è di rilievo corrente.
A causa dell’instabilità emotiva si susseguono in maniera tumultuosa molti cambiamenti esistenziali le cui conseguenze negative sull’adattamento familiare, sociale e lavorativo sono importanti come la mancanza di continuità sia negli studi che nel lavoro, in generale nelle iniziative, affrontate subito con grande entusiasmo per poi essere abbandonate per trascuratezza o incapacità nel portarle avanti.
A differenziare i diversi tipi di disturbo è la gravità della sintomatologia bipolare.
– DISTURBO BIPOLARE TIPO I: Alternanza di depressione e mania
– DISTURBO BIPOLARE TIPO II: Alternanza di depressione e ipomania
– DISTURBO CICLOTIMICO O CICLOTIMIA: Alternanza di depressione lieve e ipomania
TRATTAMENTO
Quando vi è consapevolezza di malattia o quando intervengono i familiari per mettere riparo alle conseguenze dei disturbi comportamentali di questi pazienti si può intervenire farmacologicamente badando alla certezza nel seguire le terapie perché a causa della loro instabilità emotiva questi pazienti sono incostanti nei rapporti con il curante e con l’assunzione delle terapie consigliate.