La distimia (o disturbo distimico) si potrebbe definire come una forma attenuata di depressione (ma comunque a decorso cronico) nella quale sono presenti, principalmente in misura ridotta, sentimenti depressivi, pessimismo, insicurezza, autosvalutazione, inadeguatezza, inefficienza, stanchezza e grande bisogno di dormire.
La malattia tende a compromettere le relazioni interpersonali creando disagi a livello sociale, lavorativo, familiare e nei rapporti tra le persone piuttosto che presentarsi con manifestazioni psicopatologiche importanti.
Si differenzia dalla depressione per l’assenza di manifestazioni estreme e tratti melanconici quali importanti alterazioni dell’appetito e della libido, grave rallentamento psichico e risveglio precoce.
Si tratta della vecchia “nevrosi depressiva”, denominazione quasi centenaria, accantonata perché poco rispondente alle nuove teorie di vulnerabilità genetica.
La comparsa della distimia è solitamente precoce. La fascia di età più coinvolta si estende dai 18 ai 45 anni e la percentuale di donne colpite dalla malattia supera più del doppio quella degli uomini.
Le manifestazioni depressive, anche se talora alternate con fasi di normalizzazione, si prolungano per almeno 2 anni con modalità persistente o intermittente e la percentuale di guarigione in un periodo di 2 – 3 anni può essere del 40% anche perché le ricadute dopo un anno dalla sospensione delle cure sono abbastanza frequenti.
TRATTAMENTO
Psicoterapia e farmaci antidepressivi.